By Michele Interrante
C’è un cammino che attraversa secoli di storia, paesaggi straordinari e comunità vive: è la Via Francigena, che dal cuore dell’Europa porta fino a Roma. Oggi la Toscana è alla guida di un progetto importante: ottenere il riconoscimento della Francigena come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.
Il protocollo d’intesa per valorizzare questo itinerario storico è stato presentato al Festival delle Regioni di Venezia. Insieme alla Toscana, che ha il ruolo di capofila, hanno firmato anche il Ministero della Cultura e le Regioni Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Si tratta di un passo concreto lungo un cammino che la nostra regione ha scelto di percorrere con convinzione. La Francigena non è solo un tracciato antico: è un simbolo di dialogo tra popoli, un tesoro di paesaggi, arte, natura e spiritualità. È una strada che ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
Il Ministero ha già stanziato 1,1 milioni di euro per costruire il dossier scientifico necessario alla candidatura Unesco. I fondi sono stati assegnati alla Toscana proprio perché da tempo lavora con serietà e passione a questo obiettivo.
Vogliamo che questo percorso diventi sempre più accessibile, conosciuto e vissuto. Un turismo lento, rispettoso dei luoghi e delle persone, che può portare lavoro, cultura e bellezza nei nostri borghi e territori.
Come uomo impegnato nella politica e nei valori dell’umanesimo cristiano, credo che investire nella Via Francigena significhi custodire le nostre radici e rilanciare un modello di sviluppo che unisce identità, bellezza e comunità. Non si tratta solo di promuovere un cammino: si tratta di riscoprire un modo di vivere più autentico, più umano, più toscano.